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Entella, il dg Matteazzi: "Vogliamo chiudere la stagione. Ci vorranno alcune settimane di preparazione"

di Christian Pravatà

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Prima puntata di "Cronache Biancocelesti" andata in onda ieri sul canale ufficiale della società. L'ospite della serata è stato il direttore generale Matteo Matteazzi che ha parlato della situazione che sta vivendo il calcio italiano, alle prese come tutto il nostro Paese, con l'emergenza COVID-19:

"Dalla partita contro l'Ascoli è stato un succedersi di eventi sempre più preoccupanti che hanno visto modificare il nostro atteggiamento giorno per giorno perchè pensavamo che le notizie che sono arrivate l'11 marzo col decreto ministeriale potessero essere un preambolo per un periodo breve. Invece purtroppo dopo è arrivata la notizia della nostra quarantena e poi gli eventi sono andati sempre peggiorando. Giorno per giorno abbiamo cercato di tarare il lavoro della squadra per essere all'altezza del compito di mantenere la squadra con lo spirito alto e anche allenata. Ovviamente le difficoltà sono sempre risultate maggiori fino ad arrivare alla quotidianità dove la squadra si ritrova online, divisa a gruppi per fare un lavoro sulla piattaforma web".

Misure tardive?

"Diciamo che il mondo del calcio si è mosso in ritardo per altro in linea con tutto lo stato italiano che probabilmente ha sottovalutato inizialmente questo virus. Noi abbiamo giocato le ultime due partite, possiamo tranquillamente dire adesso che sarebbe stato opportuno non giocarle. In realtà, come sapete tutti, la situazione è stata sottovalutata. In parte ci siamo trovati impreparati a fronteggiare questo virus, basta vedere quello che è successo negli ospedali dove abbiamo mandato medici e infermieri a lavorare quotidianamente senza i presidi necessari e il tutto ha portato dei dati incredibili perchè se pensiamo che diecimila persone fra medici e infermieri si sono infettate questo ci dà la dimensione delle difficoltà che ha avuto il nostro Sistema Sanitario a fronteggiare la crisi".

Quanto tempo serve per effettuare una preparazione per tornare poi in campo?

"In generale il tempo minimo necessario sarebbero le tre settimane ma ci muoviamo in una situazione di tale emergenza che io penso che, se si tratta di fare un mese e mezzo di campionato, potrebbero bastare due settimane. C'è un grande spirito da parte di tutti in questo momento riuscire a tornare in campo porterebbe un entusiasmo che con due settimane di preparazione di partite dovremo iniziare e finire questo mese e mezzo senza grossi danni".

Porte aperte o porte chiuse?

"Giocare a porte chiuse è stato molto difficile e non è una bella esperienza però secondo me è impensabile iniziare a porte aperte a breve termine. Io non so sinceramente se sarà possibile farlo neppure a settembre. Me lo auguro però ho qualche dubbio. Purtroppo dovremo accettare questa nuova dimensione, in qualche modo tutelando i tifosi che potranno vedere le partite da casa, i giocatori che potranno tornare a praticare la loro professione. Poi quando ci sarà la possibilità di far tornare i tifosi nei nostri stati saremo tutti contenti".

Come si fa a garantire il parametro di sicurezza per i calciatori?

"Stanno lavorando assiduamente i medici, i responsabili sanitari della Lega di B più precisamente, e ci stiamo ragionando noi come dirigenti. In questo momento una soluzione non c'è. Stanno cercando elaborare una strategia che possa minimizzare i rischi il più possibile. In questo momento sappiamo la difficoltà che il Sistema Sanitario Nazionale ha per effettuare i tamponi, sappiamo che c'è un numero ridotto di persone che può farlo, ed è riservato solo a persone che hanno sintomi importanti. Spero in questi due mesi che ci sia la possibilità di estendere questo tipo di esame anche a laboratori privati. Questo dia la possibilità alle categorie di lavoratori che dovranno per forza rimettere in moto il sistema Italia e di farlo in condizioni di sicurezza. Noi abbiamo valutato attentamente l'esame sierologico che può essere molto utile per dare una sorta di patente di immunità. Non sappiamo quanto lunga ma sappiamo che probabilmente c'è una sorta di immunità che può andare da uno a tre mesi. Ma non c'è ancora un esame, che si possa fare privatamente, che ci dica se una persona è positiva in quel momento. Ovviamente questa soluzione di un test che ci possa dire, quotidianamente o quasi, lo stato di salute dei lavoratori ci aiuterebbe tantissimo perchè il problema il contagio all'interno della squadra. E parlo di squadra come parlo di gruppi di lavoro in fabbrica. Questo è un problema comune per tutte le aziende italiane e se ci fosse una soluzione di questo tipo sarebbe la migliore per far ripartire l'Italia".

Come gestire la situazione?

"Noi stiamo ragionando in due direzioni: c'è quella dell'urgenza, del quotidiano, perchè questa situazione ha portato problematiche che ogni giorno vanno affrontate con tempestività, sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista economico, finanziario e amministrativo. Su questo ci stiamo lavorando, questi tre-quattro mesi saranno difficili. Siamo una grande squadra come Entella, composta da più di 100 persone e lo spirito che ci ha sempre contraddistinto è quello di compattarci e condividere i sacrifici nei momenti di difficoltà. Per superare questo momento dovremo fare tutti sacrifici, parlo anche economici, chi più e chi meno. Siamo tutti in linea in questo ragionamento, tutte le persone con cui ho parlato nell'azienda ragionano in questa direzione. Quotidianamente cercheremo di fronteggiare questa situazione cercando questa condivisione di sacrifici, sapendo che i dipendenti dell'Entella hanno una grande capacità di lavorare in squadra, intelligenza e comprensione dei meccanismi. Stiamo ragionando anche nella direzione più di lungo termine. Su questa è più difficile fare previsioni. La previsione generale è che l'equilibrio attuale non sarà riproponibile nel medio-lungo termine. Si dovranno trovare altri equilibri economici per avere una sostenibilità e un equilibrio del calcio in generale e di conseguenza anche nell'Entella".

Giocare a luglio, giugno?

"La linea in questo momento in FIGC è quella di riprendere verso metà giugno per concluderlo a fine luglio. Io spero si possa fare, devo dire che ho qualche dubbio. Mi sembra che da qualche giorno stia prevalendo un ragionamento per cui si pensi sia necessario completare questo campionato e quindi non mi sorprenderei se nei prossimi giorni venissero fuori delle ipotesi per cui si debba andare oltre il 30 luglio per completare il campionato. Devo dire che tutte le forze in campo, la FIGC, le società e non ultimo i calciatori - che hanno espresso la loro opinione chiaramente nei scorsi giorni - spingono in questa direzione. Se una settimana fa sembrava che la linea della sospensione dei campionati fosse la linea prevalente. Mi sembra che ora ci sia grande spirito nel tentare di concludere questo campionato e devo dire che noi come Entella siamo all'interno di questa onda".

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