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Cremonese: Ciofani e Crescenzi contro razzismo e bullismo

di Christian Pravatà
Fonte: www.uscremonese.it

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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Tornare per una mattina sui banchi di scuola, come relatori e non come studenti: così l’attaccante grigiorosso Daniel Ciofani, accompagnato dal nuovo acquisto Alessandro Crescenzi e dal direttore sportivo Nereo Bonato sono saliti in cattedra, ospiti del Liceo Scientifico “Aselli” di Cremona. L’incontro ha visto coinvolte le otto classi prime, per un totale di circa duecento studenti. Tra le prime domande per rompere il ghiaccio, gli studenti hanno chiesto come si sceglie di diventare calciatori: “È il risvolto di una passione, non una vera e propria scelta”, ha risposto Crescenzi. Poi, le emozioni di crescere come professionisti nello sport: “Il mio più grande sogno era quello di giocare in Serie A: sono riuscito a portare per la prima volta la mia famiglia a San Siro, ma non per una partita del Milan, squadra per la quale tifano, ma bensì per vedere me e mio fratello Matteo che giocavamo lì con il Frosinone” ha proseguito Ciofani.

Sono stati trattati anche temi di estrema attualità, come il bullismo e il razzismo. “C’è qualcuno che ha voglia di parlare di bullismo? – Ciofani ha incalzato gli studenti – Davanti a questa piaga c’è poco da sorridere. Chi sorride di fronte a episodi di bullismo è il primo complice. In questi giorni ho letto l’articolo riguardante la storia di Flavia, la ragazza di Soncino. Il suo è stato un gesto eroico. Attraverso la sua lettera denuncia ha dimostrato una forza morale che molti adulti non hanno. E ha dimostrato che il bullismo va combattuto con la bontà e i gesti positivi. Ho in mente una frase di madre Teresa: non chiamatemi se organizzate una marcia contro la guerra, ma chiamatemi quando organizzerete una marcia a favore della pace. Quando si parla di bullismo vale lo stesso principio: la cattiveria va combattuta con la bontà. Noi stessi quando scendiamo in campo possiamo essere vittime di episodi spiacevoli: talvolta veniamo fischiati e offesi, soprattutto da parte di adulti e talvolta mi chiedo: che esempio sono queste persone per i giovani? – ha proseguito il numero 9 grigiorosso -. Oggi dobbiamo fronteggiare anche il cyberbullismo, che va ben oltre: è quello più insidioso, che passa attraverso i social e ti colpisce anche quando sei in casa tua. Ragazzi, mi raccomando: isolate i bulli”. Anche Crescenzi ha condiviso il pensiero del compagno di squadra: “Mi sembra incredibile che debbano accadere ancora episodi di razzismo negli stadi: è un male che deve essere sradicato alla radice, le famiglie dovrebbero essere le prime a dare il buon esempio”.

“Giocare a calcio non significa però mettere da parte gli studi: dopo il diploma ho scelto un percorso universitario che mi ha portato alla laurea in Scienze Motorie. Se non avessi fatto il calciatore? Mi sarebbe piaciuto diventare medico – ha proseguito Ciofani – Siamo i primi tifosi di noi stessi, di conseguenza se mancano i risultati, siamo anche i primi a restarci male”; sempre sul momento delicato che sta passando la squadra in campionato, gli ha fatto eco Crescenzi: “Ho 28 anni, penso di avere ancora tante opportunità per migliorarmi e degli obiettivi da raggiungere: anche se indosso questa maglia da poco, mi piacerebbe aiutare questo gruppo a risollevarsi”.

“Cosa insegna una partita? O si vince, o si impara” ha esordito invece Bonato, che si è presentato agli studenti con un breve excursus relativo ai suoi trascorsi, quando si divideva tra gli sudi e il calcio professionistico: “Vivevo con l’orologio sott’occhio: dovevo conciliare gli allenamenti alle lezioni. Ho avuto l’opportunità di laurearmi in Economia e Commercio: è grazie agli studi, ai quali vanno aggiunti una decina di anni da calciatore professionista, se oggi posso ricoprire un ruolo di dirigente nel calcio”. Sudore, sacrificio e sofferenza: per il ds sono queste le parole chiave: “Ho sempre amato fare il calciatore, però questo non significa che tutto è dovuto: bisogna guadagnarselo, tutto comporta impegno”.

Anche al direttore è stata posta una domanda relativa al razzismo: “Ho assistito a un episodio durante un Trofeo Tim a Reggio Emilia: alcuni spettatori hanno fatto il verso a un ragazzo solamente perchè la sua pelle era di un colore diverso: lo stadio ha reagito e si è ribellato. Penso che il genere umano sia uno solo, anche se con tutte le sue differenze e le sue sfumature: l’importante è saper valutare l’aspetto interiore delle persone, è lì che risiedono i veri valori”. Infine, Bonato ha risposto anche in merito all’attualità grigiorossa: “Tutte le esperienze più importanti possono nascere da situazioni non positive: ora dobbiamo trovare compattezza e riuscire a dimostrare i veri valori del gruppo. Sono certo – ha concluso il dirigente – che troveremo la lucidità di analizzare le problematiche che ci affliggono e troveremo la maturità per superare questa situazione di difficoltà”.

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