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Dall'Ascoli al Venezia, il pagellone della sessione estiva 2018

di Attilio Malena

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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

La chiusura della porta, sempre più blindata, a sancire l’ennesima fine della sessione estiva di calciomercato: nell’estate più brutta di sempre per il calcio italiano, il calciomercato ha regalato sogni, speranze e la voglia totale di distrarsi e non pensare ai disastri di chi colleziona figuracce, di chi decide di cambiare format al campionato in corso d’opera, e chi si diverte a mettere la polvere sotto il tappeto uccidendo i sogni di milioni di tifosi.

Come ogni anno, il momento dei giudizi è arrivato, dall’Ascoli al Venezia:

Ascoli 6: un cambio di proprietà nel corso dell’estate condiziona inevitabilmente lo sviluppo di tutti i tuoi piani, nonostante tutta la rivoluzione societaria, il nuovo Ascoli è riuscito a gestire a tratti anche con molta serenità e nessuna fretta la sessione estiva di calciomercato centellinando i suoi colpi per una salvezza tranquilla.

Benevento 8,5: una corazzata dentro e fuori dal campo, nonostante la retrocessione il presidente Vigorito non ha lasciato, anzi ha deciso di raddoppiare, reinvestendo in un sistema malato, allestendo una corazzata e accontentando in tutto e per tutto il tecnico Bucchi. Esperienza e carisma con Maggio e Nocerino, gente che sa come si fa in B come Tuia, Improta e Volta,e la ciliegina sulla torta Buonaiuto.

Brescia 7: la solidità del progetto testimoniata dalla mossa di strappare l’uomo maggiormente decisivo della scorsa stagione all’Empoli, bomber Alfredo Donnarumma, per il resto mercato intelligente e dosato, Suazo non ha alibi, può partire da una grande base di lavoro.

Carpi 5: la gestione non perfetta di qualche situazione estiva e l’asse forte, fortissimo col Napoli che non ha forse portato il meglio del meglio. L’arrivo di Mokulu può non bastare, serve guardare il mercato da una sola ottica, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Tendiamo per la seconda ipotesi.

Cittadella 6: è una solida realtà e non più una scommessa, il Citta è un’istituzione della cadetteria, il solito mercato sufficiente come tradizione e  una tranquillità alle spalle che fa la differenza. Da Malcore a Finotto fino a Scappini, gente che può far la differenza con e per il Cittadella.

Cosenza 6,5: affronta le comprensibili difficoltà della neopromossa attendendo fino alla fine i colpi utili per innalzare il livello qualitativo della rosa e ci riesce. Rinsalda gli assi di mercato con Napoli e Fiorentina allungando la coperta di Braglia e la fortifica con il poker finale, Verna, Garritano, Legittimo e Maniero, che se saputo gestire potrebbe realmente essere l’arma in più.

Cremonese 7:  crescere di anno in anno sempre di più, investendo ma con cognizione di causa, il diktat è chiaro e il nuovo direttore sportivo Leandro Rinaudo lo rispetta in pieno.Si partiva già da una buona base e con l’innesto di talenti veri e propri, Emmers e Del Fabro su tutti, con le geometrie di Castagnetti e l’estro dell’ex duo delle Fere, Montalto e Carretta, la Cremonese può candidarsi ad un campionato di vertice.

Crotone 6,5: l’estate della verità che non ha trionfato, l’estate dell’essere sospesi tra due categorie. La sessione che non ha portato grandi stravolgimenti, la linea della continuità scelta per affrontare il nuovo campionato facendo a meno solo di Ceccherini. Acquisti mirati a completare l’intelaiatura, piena sufficienza.

Foggia 8,5: doveva essere l’estate della retrocessione annunciata, invece è stata la sessione dei botti. Riportare Iemmello in Puglia è stato il completamento di una strategia di rafforzamento impeccabile, Chiaretti, Galano, Rizzo, Gori, Bizzarri, diretta dal direttore d’orchestra perfetto Luca Nember, il meglio deve ancora venire?

Hellas Verona 8: doveva fare poco avendo già una base forte, invece ha scelto di centellinare i botti ma di renderli terribilmente efficaci. Di Carmine in B è un lusso, stesso destino per Marrone e Henderson, Balkovec rende più forte un settore non sempre impeccabile nella scorsa stagione.

Lecce 7: i salentini sono una neopromossa, è una banalità, una verità accertata, l’ultima sessione testimonia tutto tranne questo. La formazione di Liverani esce a testa altissima dall’estate 2018, costruendo un tandem d’attacco da play-off e soprattutto costruendo su misura l’intelaiatura per rendere più agevole il lavoro a Liverani, tutto meritato, per chi nelle ultime due stagioni ha fatto miracoli, Ternana prima, Lecce poi.

Livorno 5,5: il colpo in attacco non è arrivato, ci si aspettava di più dal ritorno dei labronici in cadetteria almeno in fase di mercato. Si stavano creando i presupposti per costruire una formazione non da salvezza, c’erano tutti, i buoni propositi sono stati però disattesi.

Padova 6: Clemenza soffiato al Palermo è il colpo dell’ultimo giorno di mercato, scelte in linea con la continuità senza grandi stravolgimenti per puntare sul blocco reduce dalla grande promozione, scelta coraggiosa.

Palermo 6,5: le uscite prima di tutto, qualcuna rimasta in canna che ha condizionato lo svolgimento del mercato anche e soprattutto per mettere i conti in ordine. Puscas, Brignoli e Falletti vanno ad aggiungersi ad un gruppo di qualità, e quel rimpianto Clemenza per il mancato rispetto della promessa Juventus che lascia con l’amaro in bocca.

Perugia 8,5: Goretti show nelle ultime ore di calciomercato, Han, Verre, Gabriel, Cremonesi, Falasco, Ngawa, tanto Avellino ma soprattutto la volontà finalmente di disputare un campionato di vertice, e perché no, far sognare una piazza che non vede l’ora di farlo.

Pescara 6,5: il Delfino c’è, e nonostante le difficoltà regala a Pillon un gruppo con tantissima qualità, Crecco, Ferrante, Marras, Memushaj, Scognamiglio spiccano, per un campionato orientato alla tranquillità ed una salvezza senza grandi patemi d’animo.

Salernitana 8,5: è la più grande sorpresa in positivo dell’ultima sessione di calciomercato, colpisce la volontà finalmente di far il salto di qualità e seguire le indicazioni di Colantuono fino alla fine sfruttando anche le occasioni. Djavan Anderson e Di Gennaro innalzano ancora il potenziale di una macchina da guerra, virtuale e possibile da vedere anche in campo.

Spezia 7: il colpo Galabinov a sancire il ritorno degli Aquilotti, la stagione di transizione dello scorso per abbattere costi di gestione e monte ingaggi, ed ora il ritorno alle vecchie abitudini.

Venezia 6,5: tutto passa, il progetto resta, l’addio di Perinetti prima, quello di Inzaghi poi, nulla spaventa l’impavido Venezia. Anche in questo caso colpi mirati e senza investimenti folli per proseguire la politica del consolidamento.

Menzione speciale per l’Avellino e per il suo direttore Enzo De Vito, da anni autore di campionati importanti e plusvalenze su plusvalenze, anche nell’ultima stagione, nonostante tutto il caos, il ds irpino aveva costruito una formazione ambiziosa con tutti uomini mercato: Ardemagni, Falasco, Ngawa, Castaldo, D’Angelo, Wilmots, Migliorini, Mokulu, Di Gregorio, Curado...

Il mercato è finito, ma gennaio è già vicino, vicino, vicino…

Ps: non è una minaccia, solo un avvertimento…

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