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Modena, ma che combini!? Il ritorno al 4-3-1-2 non da i risultati sperati: Crespo deve prendere delle decisioni…

di Andrea Pellacani
Fonte: tuttomodenaweb.it

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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ahi ahi, non ci siamo… La partita di ieri è stata la più chiara e limpida visione di qualcosa che non funziona tra i ranghi gialloblù. Un match completamente anonimo quello svolto dai gialli, con un paio di occasioni sfruttate malamente e con l’errore difensivo, ormai di routine, che va a complicare ancora di più la situazione in viale Monte Kosica. Crespo ha optato per tornare al 4-3-1-2 ovvero il modulo al quale aveva fatto affidamento nel ritiro estivo e nella prima parte di stagione utilizzato per poter dare alla formazione quei punti saldi (Bentivoglio, Granoche) necessari alla costruzione di un gioco prolifico sotto porta. Ahinoi, cio che è stato visto ieri non è riconducibile un “ritorno al passato” molto pimpante anzi, assolutamente inconcludente e molto disordinato.

Partiamo con ordine: Provedel ha compiuto una partita attenta sventando più volte gli affondi dei liguri; con quattro uomini in difesa si pensava ad una squadra solida nelle retrovie ma ciò si è dimostrato solamente in alcune fasi della sfida dimostrando difficoltà di concentrazione per Cionek e compagni. All’aggressività di quest’ultimo va a contrapporsi la fragilità difensiva di Calapai che ieri ha subito le incursioni liguri per tutti i novanta minuti registrando anche poca concretezza nei corss. Stessa situazione riguardante anche Gozzi e Rubin: il primo sbaglia poco e niente mentre l’ex Torino spinge poco e dai suoi traversoni non scatuisce mai un’azione particolarmente pericolosa. Entrambi i terzini sono in una paurosa involuzione dovuta principalmente ad un calo fisico ma soprattutto alla continua modifica del modulo. Centrocampo privo di idee e quelle poche che nascono sono molto confusionarie. L’uomo sul quale ha fatto affidamento per orchestrare la mediana, ovvero Bentivoglio, non è riuscito a dare quel tocco di vivacità mostrato negli ultimi 20′ a Trapani grazie al quale il Modena aveva trovato il pareggio. Le progressioni sulle fasce da parte dei terzini rifilano Nardini ad un ruolo di interno assolutamente inadatto alle sue caratteristiche: l’impegno, la grinta e tenacia contano molto ma ciò che manca è principalmente la tecnica; discorso simile ma con risultanti molto più deludenti è quello riservato a Doninelli, giocatore che a Settembre aveva tutte le possibilità di diventare un punto saldo della formazione canarina ma dopo lo stop causato da un’espulsione ha subito pure lui una paurosa involuzione. La partita di ieri ne è la piena conferma visto la sua totale assenza dal campo, la macchinosità delle manovre ,condite da errori elementari inspiegabili, che in alcuni casi rischiano addirittura di sorprendere la difesa. Assolutamente in ombra anche Belingheri il quale si è reso visibile solamente in una ottima conclusione di controbalzo disinnescata prontamente da Iacobucci. Per il resto non dimostra le qualità che lo hanno caratterizzato nella sua lunga carriera: le punizioni son sempre preda della difesa, leziosità in alcune occasioni che potevano innescare azioni da gol. Stanco e Granoche non riescono ancora a sbloccarsi. Il pavullese spizza le palle alte provenienti dalle retrovie cercando di mettere in moto l’uruguaiano ma difficilmente l’intesa è padrona del campo. Sta di fatto che la concretezza sotto porta è ciò che caratterizza gli attaccanti e nel caso dell’offensiva gialloblu è praticamente nulla visti gli 11 gol in 15 partite dei quali solamente 5 son stati messi a segno da attaccanti (Stanco e Mazzarani) . La necessità di un attaccante era pimpante già ad inizio calciomercato ma la società ha preferito centrare le proprie risorse più sul centrocampo,reparto molto in difficoltà nella scorsa stagione, tralasciando così la fase offensiva e aggiungendo solamente qualche giovane promettente alla rosa che però non ha ancora dimostrato nulla di concreto.

La gerarchia mostrata inizialmente da Crespo è stata messa a dura prova dal gioco espresso in campo e dagli infortuni tanto che un giocatore come Nardini, inzialmente in ballottaggio con Zoboli per essere messo fuori rosa, è tornato titolare. La piazza canarina necessitava di una svolta e pareva che con l’arrivo di Crespo fosse arrivata quella folata di entusiasmo che da anni non si vedeva al Braglia. Un gruppo parso inizialmente solido e con un buon gioco dimostrava solamente qualche lacuna in fase offensiva ma con il passare delle giornate la squadra ha messo in campo sempre meno qualità fino a giungere al picco più basso nella partita di ieri. L’esperienza di Crespo come giocatore è tanta, come allenatore molta meno ed in questi casi vengono a galla alcune mancanze. Le 16 formazioni diverse in altrettante giornate son veramente pesanti da gestire per i giocatori sia sul piano tattico che su quello fisico: il continuo cambiamento del modulo porta alcuni giocatori a schierarsi fuori ruolo; i cambi effettuati troppo tardi fanno si che i subentrati non riescano a dare il massimo nei cinque minuti di gara restanti soprattutto se bisogna tentare un pareggio o una vittoria. Serve fare chiarezza, mettere tutti i tasselli al proprio posto e scegliere chi può e deve giocare titolare e chi non ha le caratteristiche necessarie per farlo. Prima della fine del campionato c’è ancora molto tempo, ma la classifica inizia a farsi molto pesante…

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