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Padova-Bari, speranze contro sogni: quando i copioni vengono ribaltati

di Giuseppe Contangelo

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© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport

Va bene che i pronostici di inizio stagione, soprattutto in cadetteria, vengono rispettati poche volte ma che Padova e Bari si ritrovassero nelle rispettive posizioni di classifica a questo punto del campionato era pronosticabile da pochi: al nastro di partenza della stagione i veneti cullavano assieme ai propri tifosi sogni di gloria che si sperava potessero tramutarsi in realtà dopo anni di illusioni andate in fumo; la gestione Cestaro, infatti, aveva fatto registrare (sin dai tempi della Lega pro) spese folli che hanno portato all’Euganeo molti campioni pronti a far respirare ai bianco scudati l’aria delle classi nobili del calcio ma che alla fine si sono rivelati sacrifici quasi inutili considerato il fatto che la storia di ogni campionato sembrava la stessa: i proclami di agosto lasciavano spazio alla cocente delusione di maggio quando il club si ritrovava, per l’ennesima volta, fuori dai giochi play-off.

Quest’anno la storia pareva poter cambiare con l’avvento alla presidenza di Diego Penocchio che nella sua testa ha una filosofia di gestione della società esattamente opposta rispetto al suo predecessore con il bilancio che viene prima di tutto e con l’ambizione che rimane la stessa, o meglio come piace dire al diretto interessato: "Solo con i conti a posto si possono raggiungere ottimi risultati sportivi". I fatti, in effetti, lo dimostrano fin da subito con gli acquisti milionari che la piazza era abituata ad accogliere fino a qualche tempo prima sostituiti da innesti mirati di gente che conosce la categoria integrati con giovani dalle belle speranze, Pasquato su tutti.

Dopo anni di tante promesse e pochi fatti, chissà che non sia la volta buona? Avranno pensato i sostenitori del Padova dopo il cambiamento radicale ma, purtroppo per loro, nuova stagione soliti problemi: la squadra che non riesce ad ingranare, l’esonero di Pea e l’arrivo di Mutti erano solo il preludio a quello che nessuno si aspettava con la classifica che sembrava l’esatto opposto di quella che tutti si aspettavano e con l’incubo retrocessione che non è stato mai così vicino ad avverarsi visto l’attuale terzultimo posto.

 

Che dire, invece, del Bari che si ritrovava ad affrontare altri 9 mesi di pura agonia: i galletti oramai sono abituati a combattere con penalizzazioni, presidenti definiti tali solo sulla carta e giocatori che scendono in campo senza sapere il destino a cui potrebbero andare incontro giorno dopo giorno; quest’anno il tutto è stato aggravato da un fallimento societario  con la storica famiglia Matarrese che ha dichiarato il fallimento del club con la conseguente agonia di una società che stava andando allo sbaraglio tra potenziali acquirenti, cordate più o meno fasulle pronte ad insediarsi e una squadra che sul campo in ogni weekend cercava di non far trasparire problemi che apparivano evidenti agli occhi di tutti.

Mai come questa volta, dunque, il mantenimento della categoria sembrava una montagna da scalare ma che probabilmente avrebbe visto arrivare inesorabile il verdetto a cui nessun sostenitore biancorosso avrebbe mai voluto assistere.

 

Ma, come dicevamo all’inizio, la Serie B mantiene raramente i pronostici estivi e l’esempio di Padova e Bari ne è la testimonianza: i veneti si trovano a dover rincorrere i play-out, mentre i pugliesi (dati fino a qualche mese prima spacciati) hanno riportato al San Nicola un entusiasmo del tutto inaspettato che sta permettendo ai ragazzi di Alberti di tentare quello che neanche il più ottimista dei tifosi avrebbe immaginato, ovvero il raggiungimento di un posto play-off che per una squadra orfana di presidente, staff dirigenziale e compagnia bella sarebbe senz’altro un traguardo quantomeno miracoloso.

Ma il match dell’Euganeo di sabato non sarà solamente la sfida del "tutto il contrario di tutto" perché, oltre i colori sociali, Padova e Bari una cosa in comune ce l’hanno ed è quella di essere due delle squadre più in forma della categoria.

Gli ospiti, infatti, hanno visto nell’ultima sconfitta subita tra le mura amiche con il Latina l’unico neo di una striscia positiva che durava da parecchie settimane, con la capolista Palermo che è stata l’unica a fermare (il 1 marzo scorso) Galano e compagni nelle ultime sette giornate. Niente male anche il ruolino tenuto dai ragazzi di Serena che, tolta la debacle nel derby, hanno battuto Brescia, Lanciano e Varese che sommati ad alcuni preziosi pareggi hanno contribuito a riaccendere le speranze dei propri supporter.

Sogni che diventano speranze e speranze che si trasformano in sogni, benvenuti all’Euganeo: c’è Padova-Bari.   

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