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Triestina, Fantinel: "Non sarò più presidente"

di Federico Errante
Fonte: Il Piccolo

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© foto di Federico De Luca

Gli errori commessi soprattutto negli ultimi due anni sono sotto gli occhi di tutti. Gli investimenti modesti, il cambio di cinque panchine, l’incomprensione con i tifosi. Insomma il presidente della Triestina Stefano Fantinel è il primo responsabile del fallimento sportivo che ha fatto precipitare la squadra della città nell’inferno della terza serie. «Di errori ne ho commessi. I risultati sportivi lo dimostrano. Mi spiace per tutti i triestini che soffrono per questa situazione. Anch’io sto male e chiedo scusa alla mia famiglia che ho cacciato in questo guaio. Mi scuso per i risultati negativi, ma ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. E poi la retrocessione non ha come unico colpevole la società. In ogni caso in questo momento parlare degli errori è superfluo. Bisogna guardare avanti».

Appunto. Il futuro è nebuloso. I tifosi e tutta la città chiedono che si faccia un po’ di chiarezza. «Dopo due retrocessioni, nonostante la prima sia stata rimediata grazie al nostro impegno, sono un fardello troppo pesante per continuare senza cambiamenti. Serve una nuova fase perché non possiamo andare avanti da soli. Noi possiamo garantire questo passaggio per assicurare un futuro alla Triestina. Ma servono nuove idee, energie fresche e risorse economiche».

Tradotto: l’iscrizione in Lega Pro è garantita ma i Fantinel stanno trattando la cessione delle quote. E infine che ci sarà un cambio della guardia anche nella presidenza. «Appena possibile lascerò la mia carica - spiega Fantinel -. Abbiamo avviato alcuni contatti con degli imprenditori. Forse la mia famiglia resterà nella proprietà, se sarà necessario. Io non sarò più il presidente. Quello che potevo fare l’ho fatto. I tifosi hanno ragione a essere arrabbiati. La società ha bisogno di cambiare aria per ripartire. I nostri interlocutori non sono triestini ma auspico che qualche risorsa del territorio si possa aggregare al progetto. La Triestina ne trarrebbe un sicuro beneficio».

La retrocessione racchiude più di qualche incognita sulla tenuta economica della struttura. «Ho sempre tenuto i conti in ordine - continua il presidente - e anche in quest’anno abbiamo costruito un discreto patrimonio di giovani. Ho convocato un Cda, poi ci sarà l’assemblea. Entro tre settimane spero ci sia il nuovo assetto societario dal quale ripartire con le scelte tecniche e organizzative». Ci sono però ancora in essere parecchi contratti onerosi con i giocatori storici che pesano come un macigno per una squadra di terza serie. «Non sono poi molti e sono sicuro che quei giocatori, che hanno collezionato due retrocessioni, decideranno di andare altrove. Credo che il gruppo storico si debba fare un esame di coscienza. Lo dice uno che li ha difesi fin troppo».

Ma tornando alla stagione appena conclusa male e condotta peggio non ha qualcosa da rimproverarsi.

«Sì, dovevo fermarmi molto prima. Poi le vicende ti trascinano e non riesci mai a staccare. Ora è arrivato il momento. Quest’anno mi aspettavo che si potesse anche retrocedere. Ma non in questo modo».

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